2014 / Domenica 1 Giugno

Domenica 1 giugno

Domenica 1 giugno 2014 -Ascensione

L'ultima riga del Vangelo secondo Matteo è fondamentale, per capire tutto il discorso di questo evangelista: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Matteo non parla dell'Ascensione, per martellare bene il suo tema dell'Emmanuele, del Dio-con-noi.
Nessuna nazione ha la divinità così vicina a sé, come è vicino il nostro Dio, come annunciava con enfasi il Deuteronomio.
Gesù rimane con noi. Non si tratta di esperienze mistiche particolari ma di una presenza reale, viva, nella Chiesa.
Gesù dunque non se ne va. Ma dov'è Gesù? Dove lo possiamo vedere? In Galilea, aveva detto Gesù alle donne.
Ecco dunque il Vangelo di oggi: «Gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato».
In Galilea, sul monte.
Conosciamo il fascino che per Matteo ha la parola «monte».
È il luogo teologico dove Dio parla, dove Dio si rivela; là sale l'umile popolo che crede, salgono i ciechi, i muti, i sordi, gli storpi, gli zoppi...
Per Matteo il monte è la Chiesa, è il monte in cui Cristo risorto è presente. Momento privilegiato della vita della Chiesa è la Liturgia: «là mi vedrete!».
«Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt 18,20).
Nella Galilea della vita quotidiana, sul monte della Chiesa.
A Matteo dobbiamo il termine «Ecclesia».
«Quando lo videro, si prostrarono». Come i magi!
Splendida inclusione sul tema dell'adorazione!
Gran finale sinfonico. Tornano con arte i grandi temi.
«Andate dunque e fate discepoli... insegnando...». In Matteo Gesù è il maestro.
Io-sono-con-voi: ultime parole!
Gesù, Dio con noi, centro del cosmo e della storia.
(Da "Le luci del sabato" Domenico Machetta ©Elledici)



GUIDA SEMPLICE ALLA BIBBIA  (18)


GESÙ E I DODICI

«Poi Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui». (Mc 3, 13-14)

AL TEMPO DI GESÙ
Gesù non si muove da solo, ma fonda, crea, organizza un gruppo. È formato da dodici persone: questo numero vuole ricordare le dodici tribù d'Israele, cioè “tutto” Israele. Il dodici, infatti, è il simbolo della totalità. Gesù chiama i dodici perché restino con lui e poi per inviarli a portare il Vangelo. Il responsabile del gruppo è Pietro. Giuda, invece, si occupa della cassa. I dodici restano con Gesù fino al suo arresto, poi per un momento si disperdono.
Anche i dodici, però, non sono soli: assieme a loro c'è un gruppo più numeroso di 72 discepoli, che spesso viene dimenticato. Gesù, poi, a costo di meravigliare la gente dell'epoca, è seguito anche da un gruppo di donne: Maria di Magdala, Giovanna, moglie di Cusa, Susanna e altre (Luca 8,2-3). A differenza dei dodici, esse seguono Gesù fino alla croce!

AL TEMPO DEI VANGELI
Dopo la morte di Gesù e l’annuncio della risurrezione, i dodici (ad eccezione di Giuda) riprendono coraggio. Ora che Gesù è assente, comprendono in modo nuovo quello che vuol dire "stare con lui" ed "essere inviati da lui". Tutto dipende da loro, ed essi porteranno la Buona novella in tutto il mondo allora conosciuto...
Anch'essi si fanno aiutare da altri, soprattutto nelle incombenze più materiali. Questo comincia con la costituzione di un gruppo di sette diaconi. Nuovi apostoli come Paolo li spingono poi ad essere sempre più audaci. Le donne, svolgono un ruolo importante, accogliendo i gruppi di cristiani nelle case.
Quando nelle comunità si legge il testo che ricorda la chiamata dei dodici, i cristiani vengono invitati a comprendere che i loro responsabili sono inviati da Gesù. Sentendo che Gesù “creò i dodici”, capiscono che anch'essi partecipano a questa nuova creazione.

UN GRUPPO
Chi vuole realizzare un grande progetto si circonda di un gruppo di persone, che sceglie con cura. I membri del gruppo si riuniscono attorno a colui che ha costruito il progetto, l'ascoltano, lo osservano mentre traccia i piani. Trovano il progetto così appassionante che nulla appare loro più importante della sua realizzazione. Per questo lasciano tutto per consacrarsi interamente ad esso.

UN GRUPPO VARIEGATO
A cosa servono le persone dotte, se poi non ci sono altre persone che concretizzano ed utilizzano quello che il loro genio scientifico ha immaginato? Nel gruppo ognuno mette le sue capacità a servizio dell’insieme. Più c’è diversità (di nomi, di idee, di modi di agire) più il gruppo è capace di compiere la propria missione e di mettere continuamente a punto la strategia migliore per realizzare il grande progetto. Proprio per questo chi riunisce il gruppo fa appello al genio di ognuno.

UN POSTO PER OGNUNO

Donne, uomini, bambini: Gesù chiama ognuno a far parte del suo gruppo: “Vieni, seguimi!”. Ogni ruolo è importante ed insostituibile. A chi vuole entrare nel suo gruppo, Gesù domanda di ascoltare la sua parola, di mettere in pratica il Vangelo e di unirsi agli altri inviati in missione.

IL GRUPPO DELLA BUONA NOVELLA

I cristiani e le cristiane costituiscono il gruppo della Buona novella, gruppo chiamato ed inviato in missione da Gesù. La loro attività consiste nel realizzare il suo grande progetto: annunciare e mostrare con le azioni che Dio è un Padre pieno di amore per tutti gli uomini. Dio dà fiducia agli uomini e alle donne: per questo affida loro la sua Buona novella.

«In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto.
Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi.
Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi.
In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città». (Mt 10, 11-15).

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