2014 / Domenica 9 Febbraio 2014

Domenica 9 febbraio 2014

Commento al Vangelo

(Mt 5,13-16)

«Voi siete il sale».
Nessuno si accorge del sale, ma se manca... tutti si accorgono.
Non si è mai sentito dire: «che buon sale!», ma: «che buona pietanza!». Provate però a servirla senza sale...
Che cosa fa il sale?
- Dà sapore,
- conserva i cibi,
- brucia quello che non è sano (ferite, croste).
I santi sono ammirati, ma bruciano!
«Ciascuno sarà salato con il fuoco», dice Gesù in Mc 9,49.
Togliamo il sale dalla terra, e non c'è più vita.
Togliamo il sale dal mare...
«Voi siete il sale della terra».
«Voi siete la luce del mondo».
(«Lumen gentium» è la costituzione conciliare sulla Chiesa).
Il cristiano è figlio della luce.
Prima di dire che «Dio è amore», Giovanni dice che «Dio è luce».
La luce, nella Bibbia, è qualcosa che viene dall'alto, appartiene al mondo divino. Le teofanie sono accompagnate da fenomeni luminosi (Apparizione degli Angeli ai pastori, Trasfigurazione...).
«Guardate a lui e sarete raggianti» (Salmo 33/34), come Mosè che scende dal Sinai.
E quando Gesù dice che una lampada non può stare nascosta, non è certo un invito a farsi notare, ma a far vedere la luce di Cristo. «Lui deve crescere» (Gv 3,30).
Il modello unico è Maria di Nazareth, che canta: «Tutte le generazioni mi diranno beata», perché grandi cose ha fatto il Signore.
Maria è posta da Dio sul lucerniere, perché si è fatta piccola.
È Gesù «la luce vera» (Prologo di Giovanni).
Come fare a sapere se siamo nella luce vera?
C'è un criterio infallibile: 1 Gv 2,10: «Chi ama suo fratello, dimora nella luce».
Ma l'amore di cui si parla qui, gratuito, disinteressato, universale, nessuno può darselo, può solo riceverlo.
Senza la fede è impossibile.
Ma la fede è impossibile senza l'umiltà (Gv 5,44: «Come potete credere voi, che prendete gloria gli uni dagli altri...?»).
Dunque, ecco il trinomio: umiltà, fede, amore.

Da "Luci del sabato" Domenico Macchetta ©Elledici


GUIDA SEMPLICE ALLA BIBBIA  (4)

5. Il regno del Nord (932-721)

La capitale è Samaria. Questo regno è retto da generali che si impongono per la loro bravura. Geograficamente è posto nella parte più fertile della Palestina, che è anche la più esposta all’idolatria e all’ingiustizia sociale. Ne sono testimoni i profeti Amos e Osea, che esortano il popolo a vivere nell’alleanza con il Signore e nella giustizia, e a smettere di adorare insieme al Dio vero, che domanda fraternità e giustizia, anche Baal, la divinità dei cananei, al quale il popolo attribuisce un benessere personale egoistico, fonte di ingiustizia.
L’instabilità politica e i confini con regni più forti come Damasco e la Siria, costringono il Nord a frequenti alleanze e guerre. Nel 721 il regno del Nord è sconfitto dagli Assiri, definitivamente. 
 
Puoi leggere:  Osea 4,1-4; Amos 4,1-3; 2Re 17,1-23 


Il fenomeno profetico si è sviluppato nel sec. IX  a.C. (cfr. Amos 7,10-17).
Nella Bibbia il profeta non è colui che predice il futuro, ma uno che è entrato nel progetto di Dio e vede la storia alla luce di Dio (cfr. Amos 3,3-8); con questa luce legge gli avvenimenti. La parola profeta significa anche «parlare davanti a...» La Bibbia conosce profeti che non hanno scritto: es. Elia ed Eliseo e i profeti dei quali possediamo la predicazione..

6. Il regno del Sud (932-586)

Diversamente dal Nord questo regno, la cui capitale è Gerusalemme, segue la dinastia davidica che è determinata dall’attesa di un re, sul modello di Davide. Questa attesa è detta «attesa messianica». il popolo attende un re consacrato da Dio, sullo stile di Davide, perché porti unità politica, benessere e pace.
Dopo la caduta del Nord anche il regno del Sud deve fare i conti con le vicine potenze. Per più di un secolo deve difendersi prima dalle mire espansionistiche dell’Assiria e in seguito con quelle di Babilonia. Nel 701 Sennacherib invade la Giudea, intimando la resa a Israele. Assedia Gerusalemme, ma a causa di una violenta epidemia è costretto alla ritirata. Gerusalemme in questa improvvisa liberazione vede l’aiuto concreto di Dio. Successivamente sulla scena politica si affaccia Babilonia che tiene a bada l’Assiria, favorendo così un clima di pace al regno del Sud.
L’emergere della potenza babilonese mette all’erta l’Egitto che decide di fermare Babilonia nella sua conquista dell’Assiria. Il re Giosia di Gerusalemme mentre tenta di fermare il faraone d’Egitto muore a Meghiddo. I babilonesi invadono la Giudea che è così costretta a pagare un grosso tributo. Quando gli ebrei si ribellano, il re Nabucodonosor distrugge Gerusalemme e deporta a Babilonia la classe dirigente. Siamo nel 586 a.C.

Puoi leggere:  2Re 18,1-16; 22,24-25  

Messia significa consacrato da Dio. I re del Sud sono consacrati. In quanto tali devono rappresentare la guida di Dio per il suo popolo. Davide è il modello del re secondo il cuore di Dio.

7. Periodo dell’esilio (586 / 538 a.C.)

I Babilonesi lasciano gli ebrei liberi di determinarsi. Danno loro il territorio a Sud della regione, nei pressi di Babilonia, permettendo di organizzarsi. Possono riunirsi, costruire case, comunicare con quelli rimasti in patria (Ger 29). Nonostante questa discreta libertà, l’esilio, dal punto di vista della fede, è vissuto come grande disgrazia. Una crisi di fede scuote i fedeli: con l’indipendenza politica è finita anche la dinastia davidica? Che significato ha la promessa di un regno eterno? (cfr. 2Sam 7). Marduk, il dio dei babilonesi, è più forte del nostro Dio? I deportati guidati dai profeti e dai sacerdoti, rileggono con occhi diversi le tradizioni religiose che avevano portato con loro, in esilio. Rileggendole le completano.
I profeti Geremia, Ezechiele e Isaia (cap. 40-55) insegnano che la sicurezza non è legata al Tempio o allo spazio sacro, ma a Dio che è presente dove la sua Alleanza si vive realmente. Quindi anche in esilio!
Con questi profeti agiscono i sacerdoti che, a partire dall’esilio, acquistano sempre più importanza, fino a diventare capi politici. Sorgono nuovi punti di riferimento di fede.
La concezione di Dio viene collegata all’osservanza dei comandamenti e al culto. Osservanza dei comandamenti e culto sono i due elementi per riferirsi a Dio e sostituiscono il Tempio.
Il sabato si trasforma in elemento di identità religiosa. Per non perdere la propria identità, il popolo sceglie il giorno del sabato per celebrare il Dio dei padri. Il Dio che li aveva consegnati al nemico li avrebbe liberati. Nel giorno di sabato si riflette sulle proprie infedeltà al Dio della promessa.
La circoncisione nell’esilio è praticata e vissuta come segno distintivo dell’alleanza eterna.
In questo periodo nasce la sinagoga, al posto del Tempio.

Puoi leggere:

La preghiera degli esiliati: Salmo 137; Il riposo di Dio al settimo giorno, modello del sabato celebrato in esilio: Gen 1,1; La speranza degli esiliati nel Dio che libera: Ger 29; La gloria di Dio segue gli esiliati: Ez 11,22-25.

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