2014 / Domenica 20 Aprile 2014

Domenica 20 aprile 2014

Domenica di Pasqua: risurrezione di Gesù

Maria di Magdala va al sepolcro: vede la pietra ribaltata. Corse allora.
È di estrema importanza questa corsa notturna di quest'anima alla ricerca di Pietro. E sarà ancora lei ad essere inviata dal Risorto ai fratelli. In questa prospettiva forse può essere letta quell'espressione un po' enigmatica: «Non mi trattenere perché non sono ancora salito al Padre; ma va'...». «Noli me tangere...». Espressione che ricorda il «Non avvicinarti, togliti i calzari...», dell'episodio del roveto di Mosè. Vorrei dire che non è tanto un rifiuto, ma un invito alla tenerezza, quella vera, cantata dalla Bibbia. Non incapsularmi nei tuoi schemi, non cercare di possedermi, di trattenermi per te. L'appello è molto esigente: è un invito al dono, all'amore vero, all'annuncio.
«Non mi trattenere... ma va'!». Il «non trattenermi» è in relazione a quel «va'». Ma c'è una cosa ancora su cui è importante fermarsi.
C'è un crescendo, tipico di Giovanni, costruito sul verbo «vedere». Giovanni (come Marco) «gioca» sul verbo «vedere», che è il verbo dell'Esodo. Quante volte in dieci versetti troviamo il verbo vedere! «E vide e credette». Come si dice in Esodo 14,31 quando Israele vide la mano potente del Signore e credette in lui.
Cos'hanno visto?
Immaginiamo il corpo che sparisce... Trovano in un unico luogo i lini afflosciati, e il sudario non afflosciato come i lini, ma rimasto avvoltolato in modo curioso al suo posto. Alcuni biblisti mettono giustamente in guardia da certe traduzioni che potrebbero far supporre che qualcuno sia entrato nel sepolcro.
Il credere dunque è qualcosa che mette in azione il di dentro: è questione di amore. Non è semplice adesione intellettuale.
È aderire, accogliere un evento storico sconvolgente.
Non possiamo chiudere queste riflessioni senza pensare a colei che prima e più di tutti «credette». Lei è la madre dei credenti, di coloro che «credono senza vedere» (con gli occhi del corpo). È significativo che non si parli di apparizioni del Risorto a Maria. Tutta la sua vita fu un «credere». «Beata te che hai creduto!».
Lei, per eccellenza, è la donna della Risurrezione.
(Da "Le luci del sabato" Domenico Machetta ©Elledici)


ORIGINE E STORIA DELLA CELEBRAZIONE 
ANNUALE DELLA PASQUA

L’origine della celebrazione della Pasqua si trova nell’Antico Testamento: Esodo e Deuteronomio.
Ogni anno Israele celebrava il memoriale degli eventi dell’Esodo secondo il comando del Signore. Nella celebrazione si vanno affermando due aspetti dell’evento pasquale: l’immolazione dell’agnello e l’uscita dall’Egitto come passaggio dalla schiavitù alla libertà.
Il passaggio dall’istituzione pasquale dell’Antico Testamento a quella del Nuovo Testamento avviene grazie alla coincidenza cronologica della morte di Gesù con la festa pasquale ebraica.
Secondo Giovanni la Nuova Pasqua nasce sul Calvario dove Gesù è immolato come agnello pasquale.
Per essere esatti bisogna considerare quattro Pasque nella storia della salvezza:
    1    la Pasqua del Signore: il passaggio di Jahvè nella notte dell’uscita dall’Egitto.
    2    la Pasqua dei Giudei: la celebrazione della memoria della cena pasquale.
    3    la Pasqua di Cristo: la sua immolazione sulla croce, il suo passaggio da questo mondo al Padre attraverso la passione e la risurrezione.
    4    la Pasqua della Chiesa: celebrata ogni anno, ogni settimana e ogni giorno nel rito eucaristico.


VEGLIA PASQUALE

La speranza della Chiesa nella notte pasquale è fondata sulle promesse di Dio e viene ravvivata dalla lettura di queste promesse con i testi che parlano di Abramo, dell’Esodo e della Terra promessa.
Il vegliare acquista, in questo clima, il valore simbolico dell’attesa della venuta del Signore.
La ragione del carattere notturno di questa celebrazione sta nel significato del passaggio dalle tenebre alla luce come passaggio di Israele dalla schiavitù alla libertà, passaggio di Cristo dalla morte alla vita gloriosa, passaggio dei credenti in Cristo dalla morte del peccato alla vita divina.

Liturgia della luce
Il cero pasquale è simbolo di Cristo risorto, le candele che si accenderanno dal cero sono simbolo della vita nuova che il Signore ci comunica mediante lo Spirito santo nella sua Risurrezione.
Il cero viene portato processionalmente verso l’altare. Il senso di questa processione è: siamo il nuovo popolo di Dio, seguiamo Cristo risorto, luce del mondo.
Il canto dell’exultet annuncia il messaggio della Risurrezione e celebra le meraviglie operate da Dio nella storia della salvezza.

Liturgia della Parola
La tradizione liturgica ci dice che la Scrittura va letta meditando e pregando.

Le prime sette letture sono tratte dall’Antico Testamento e ripercorrono la storia del Popolo di Israele nel suo cammino verso la salvezza guidato dall’intervento di Dio.
Dopo l’ultima lettura dell’Antico Testamento si accendono le candele dell’altare e si canta il Gloria. L’ottava lettura è l’Epistola tratta dalla lettera ai Romani.
Dopo la proclamazione dell’Epistola: si canta l’Alleluia, acclamazione che contraddistingue il tempo pasquale. La nona lettura è il Vangelo della Risurrezione.

Liturgia Battesimale
Canto delle Litanie dei Santi.
Preghiera di benedizione dell’acqua battesimale. Celebrazione di eventuali Battesimi.
La benedizione del fonte significa che la grazia del Battesimo non scaturisce dall’acqua come elemento materiale, ma dallo Spirito Santo che la santifica. Ciò viene espresso mediante il segno dell’immersione del cero nel fonte battesimale.

Liturgia Eucaristica
L’Eucaristia di questa notte è l’azione di grazie più alta e significativa resa dalla Chiesa al Padre, per averci dato il suo Figlio morto e risorto. Tutto ciò che la Chiesa compie durante l’intero Anno Liturgico converge in questa Messa e parte da questa Messa pasquale.
Tutto il mistero cristiano è qui, tutta la meraviglia dei sacramenti, tutto il senso del destino divino degli uomini.

IL GIORNO DI PASQUA

La Liturgia del giorno di Pasqua celebra l’evento pasquale come giorno di Cristo Signore.
Le letture accentuano il valore sacramentale della celebrazione della Pasqua che partecipata fa entrare in una condizione di vita nuova.

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