2014 / 19 Gennaio 2014

19 gennaio 2014

Meditiamo il Vangelo di oggi (Gv 1,29-34)

Nel Vangelo di Giovanni la storia ed il simbolo si uniscono insieme. Nel testo di oggi, il simbolismo consiste soprattutto nelle evocazioni di testi conosciuti dell’Antico Testamento che rivelano qualcosa riguardo l’identità di Gesù di Nazaret. In questi pochi versetti esistono le seguenti espressioni con densità simbolica: a) Agnello di Dio; b) Togliere il peccato del mondo; c) Esisteva prima di me; d) La discesa dello Spirito sotto forma di una colomba; e) Figlio di Dio.
a) Agnello di Dio. Questo titolo evocava il ricordo dell’esodo. La notte della prima Pasqua, il sangue dell’Agnello Pasquale, con cui si macchiavano le porte delle case, era per la gente segno di liberazione. Per i primi cristiani Gesù è il nuovo Agnello Pasquale che libera il suo popolo.
b) Togliere il peccato del mondo. Evoca una frase molto bella della profezia di Geremia: “Nessuno più avrà bisogno di insegnare al suo prossimo o ai suoi fratelli: “Riconoscerete il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato.” (Ger 31,34).
c) Esisteva prima di me. Evoca diversi testi dei libri sapienziali, in cui si parla della Saggezza di Dio che esisteva prima di tutte le altre creature e che era accanto a Dio, quale maestro dell’opera nella creazione dell’universo e che, alla fine, fissò la sua dimora in mezzo al popolo di Dio (Pro 8,22-31).
d) Discesa dello Spirito sotto forma di una colomba. Evoca l’azione creatrice dove viene detto che “lo spirito di Dio aleggiava sulle acque" (Gen 1,2). Il testo della Genesi suggerisce l’immagine di un uccello che vola sul nido. Immagine della nuova creazione in movimento grazie all’azione di Gesù.
e) Figlio di Dio: è il titolo che riassume tutti gli altri. Il miglior commento di questo titolo è la spiegazione di Gesù stesso: “Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Rispose loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre.»” (Gv 10,33-38)
(Da "Le luci del sabato" Domenico Machetta ©Elledici)


GUIDA SEMPLICE ALLA BIBBIA  (1)

Oggi la Bibbia è nelle mani di molti e occupa uno spazio, più o meno in vista, nelle librerie e nelle biblioteche.
Preoccupazione prima della Chiesa non  più quella di mettere la Scrittura nelle mani degli uomini e delle donne del nostro tempo, ma piuttosto quella di insegnare ad aprirla, a leggerla, a gustarla. Da questa domenica, dopo aver concluso le riflessioni sulla Fede, iniziamo ad approfondire il tema biblico.

CHE COSA SIGNIFICA LA PAROLA BIBBIA?

Il significato della parola Bibbia proviene dalla parola greca biblos che è la corteccia interna del papiro; sembra anche che il vocabolo biblos derivi da Biblos, città fenicia vicina all’attuale Beirut (Libano), dove si produceva il papiro. Questa pianta cresceva sul delta del Nilo, in Egitto e serviva come materiale scrittoio. Biblios è la pianta di papiro su cui si scriveva. Da qui l’altro termine: Biblion che significa libro o meglio librettino. Nella chiesa greca dall’epoca di Giovanni Crisostomo (407) per indicare la Bibbia si cominciò a usare l’espressione «ta Biblìa», che significa i libri in plurale.
Dalla lingua greca il termine passò immutato nella lingua latina con il solo cambio d’accento. Nel Medioevo il termine assunse un significato singolare: «Bibbia». La Bibbia è una collezione di libri, una biblioteca comprendente 73 volumi: 46 dell’Antico Testamento, e 27 per il Nuovo Testamento. Alcuni di questi molto brevi, per esempio il biglietto di san Paolo a Filemone, le tre lettere di Giovanni. Altri libri sono più estesi come il libro del profeta Geremia, il vangelo di San Matteo.


La Bibbia è divisa in capitoli e versetti. Questi sono i modi comuni per citare la Bibbia:

  -  Gv 10,10-15: vangelo di Giovanni, capitolo 10, dal versetto 10 al versetto 15.
  -  Ger 29-33: libro di Geremia dall’inizio del capitolo 29 fino alla fine del capitolo 33.
  -  Fil 3,7-15; 4,1-4: lettera ai Filippesi, capitolo 3, dal versetto 7 al versetto 15 e poi capitolo 4, dal versetto 1 al versetto 4.
  -  Mc 8,27-9,8: vangelo di Marco, dal capitolo 8, versetto 27 fino al capitolo 9, versetto 8.


PRIMA C’È LA VITA POI IL LIBRO


I libri della Bibbia per gli Ebrei e per i Cristiani sono considerati i LIBRI in assoluto, i LIBRI per eccellenza. L’Ebraismo per l’Antico Testamento, e il Cristianesimo per il Nuovo Testamento considerano la Bibbia il testo fondamentale della loro fede. Pur avendo questo testo sacro, non si definiscono, però, religioni del Libro, ma della Parola. Alle origini della loro fede non c’è il libro sacro, ma Dio che parla attendendo la risposta. La Bibbia in quanto raccolta di libri non è al principio della vita di fede del popolo; al principio c’è la storia di Dio con il suo popolo.

La Bibbia è la storia di un popolo credente, che, spiegata e interpretata alla luce della fede, si fa memoria scritta. Scrittura.
Nessuna grande religione, come ad esempio il Buddismo o l’islam ha tanta storia quanta ne hanno l’Ebraismo e il Cristianesimo. I libri sacri del Buddismo propongono una saggezza di carattere pratico, alla quale è collegata la legge del fondatore. L’Islam crede che il Corano sia stato dettato dall’Arcangelo Gabriele a Maometto. Nella Sura (3,6-7) leggiamo: «Non vi è Dio fuori di lui, l’Onnipotente, il possente. Egli è colui che ti ha dato il libro».
Noi non crediamo che la nostra Bibbia sia scesa dal cielo o che un angelo l’abbia dettata a persone privilegiate. Crediamo, invece, che alla formazione della Bibbia abbiano collaborato Dio e l’uomo; è ispirata da Dio ed è anche frutto della fatica umana, in quanto lettura paziente che persone credenti hanno fatto della storia, alla luce della fede.

«Il Cristianesimo, non è la Religione del libro, per quanto sacro possa essere, ma la religione “della Parola incarnata e vivente”».
(Lo verità vi farà liberi, n. 611).

La Bibbia dà diversi nomi alla terra che è stata luogo della rivelazione di Dio:
  -  Terra di Canaan (Es 15,5);
  -  Terra d’Israele (1Sam 13,19);
  -  Terra santa (Zc 2,16);
  -  Giudea (Lc 1,5; At 10,37);
  -  Terra promessa (Eb 11,9).
Nel periodo ellenistico (333 a.C.) prevale invece il termine Palestina.

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