2013 / Domenica 8 Dicembre 2013

domenica 8 dicembre 2013

IMMACOLATA CONCEZIONE

La riflessione teologica sull’Immacolata concezione di Maria è stata molto lenta. Una festa della Natività di Maria era celebrata in Oriente verso la fine del VI secolo. Nel secolo seguente, poi, sorse una festa della Concezione di Maria.
In Occidente, invece, questa festa della Concezione di Maria appare solo in Italia Meridionale, a Napoli, nel IX secolo e intorno al 1060 veniva celebrata anche in Inghilterra, introdotta molto probabilmente da un monaco orientale. Dopo la conquista dell’isola da parte dei Normanni, la festa riacquistò vigore e passò in Europa come festa dell’Immacolata Concezione.
Non tutti i teologi del tempo erano favorevoli. Perfino il grande San Bernardo di Chiaravalle (1091-1153), il cantore di Maria, colui che si sentì rispondere ad un suo saluto rivolto alla statua della Vergine: “Ave, Bernarde” (Ciao, Bernardo), protestò in una lettera contro i Canonici di Lione per aver introdotto questa festa.
In questo stesso periodo, però, un discepolo di Sant’Anselmo di Aosta (1033-1109), Eadmero, sostenne la possibilità dell’Immacolata Concezione. L’argomento era molto semplice: Dio lo poteva fare. Se perciò lo voleva fare, lo fece. Di qui ebbe origine il famoso assioma: “Potuit, decuit, ergo fecit” (Dio poteva; era conveniente, perciò lo fece). L’intuizione era buona, ma poteva portare a delle esagerazioni. Una volta che i teologi avevano deciso che una cosa era conveniente, concludevano che Dio l’aveva fatta. Ed esagerazioni del genere non mancarono.
Seguirono alcuni secoli di dibattito teologico al riguardo. Poi, nel 1477, Sisto IV dà il suo beneplacito ad una Messa della Concezione; nel 1695, Innocenzo XII approva una Messa con ufficio e ottava per la Chiesa intera, ed infine, nel 1708, con Clemente IX la festa divenne di precetto.
Un altro appoggio alla celebrazione dell’Immacolata Concezione venne nel 1830 con le apparizioni della Vergine a Caterina Labouré, che promosse la diffusione della Medaglia Miracolosa con l’invocazione: “O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi”.
Finalmente nel 1854, Pio IX definì come dogma di fede la Concezione Immacolata di Maria e quattro anni dopo la Madonna stessa, a suggello di quanto la Chiesa aveva proclamato, si autodefinì a Lourdes: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Con la riforma liturgica del Vaticano II questa celebrazione ha assunto il grado di solennità.


... Continua il nostro approfondimento sul tema della Fede.

PRATICANTI PERCHÉ?

Io credo, ma non pratico

Sarebbe ragionevole dire: «io sono un appassionato di calcio, ma non gioco mai al pallone e non vado mai a vedere una partita né la seguo alla televisione»?
 Si può forse vivere solo di alcuni ricordi dell’infanzia, di quello che abbiamo imparato al catechismo da bambini ? Come possiamo essere convinti che i valori spirituali sono essenziali e nello stesso tempo non trovare il tempo per nutrire la nostra vita spirituale?
Come possiamo riuscire a seguire Cristo e a raccogliere le sfide del nostro tempo, se non ci aiutiamo tra di noi, non ci sosteniamo, non ci “alleniamo” assieme agli altri?
Come possiamo augurarci che i bambini, i ragazzi ed i giovani scoprano ciò che li può sostenere nella vita… senza che noi offriamo loro un esempio? Siete credenti, ma non praticanti: i vostri figli non saranno né credenti, né praticanti! Avete mai riflettuto sulla responsabilità che vi assumete nel far mancare loro la fede?
Una terra incolta lascia crescere le piante buone e anche quelle cattive… Quando la fede diminuisce, di solito crescono le superstizioni. Ma la fede libera, mentre le superstizioni ci tolgono la libertà e ci incatenano con la paura.

Noi abbiamo bambini piccoli


«Non possiamo lasciarli soli e non abbiamo nessuno a cui affidarli… E poi non possiamo portarli in chiesa… Disturbano …
Gesù ha detto: «Lasciate che i bambini vengano a me». Non siete i soli ad avere questo problema… 1 bambini, in chiesa, disturbano meno di quello che si pensa… e disturbano solo quelli che non hanno motivi per stare attenti!

Ci vado quando mi sento


I genitori ed i medici cercano di far in modo che i ragazzi si lavino i denti con regolarità… e hanno ragione. I ragazzi non sempre hanno “voglia” di farlo e tuttavia si tratta di una cosa buona ed utile… Perché è vero che ci sono anche delle “buone abitudini” e non ogni “abitudine” da buttare via. “Avevo cominciato ad imparare una lingua straniera, ma poi non ho continuato a praticarla… ed ora non so più niente”. La quasi totalità delle nostre azioni quotidiane è sostenuta da abitudini…
Attraverso il Battesimo siamo diventati figli e figlie di Dio (e dunque anche fratelli e sorelle tra di noi). Ma che cosa diventa una relazione di amicizia quando non ci si vede più, quando non ci si telefona più? Come possiamo sviluppare la nostra vita spirituale se non la coltiviamo? Come può vivere il mio rapporto con Dio se abbandonato all’estrosità del “quando mi sento”?
Si può vivere senza musica, senza poesia, senza fiori, senza bambini, senza sviluppare le nostre doti… ma di quale vita si tratta, allora ? Se mi viene tolto un braccio o una gamba, qualcosa di importante viene a mancarmi… Se io lascio cadere il mio Battesimo, forse si vede meno… Ma tuttavia si tratta di una vera e propria amputazione… E può stare in piedi una comunità cristiana fatta di membri che partecipano alla sua vita, alle sue iniziative, solo se e quando ne “hanno voglia”?

Chi pratica non è migliore degli altri

E forse questo è anche vero, in ogni caso bisogna verificare… I cristiani sono come dei vasi d’argilla, e quindi fragili, ma quello che contengono è un tesoro inestimabile ed una grande speranza… (2 Cor 4,7). Io ho bisogno degli altri e gli altri hanno bisogno di me per continuare a crescere, a cambiare, a migliorare.
Io ho bisogno di Dio, e Dio cerca me e ha bisogno di me: ma se mi isolo…


Con Dio me la vedo io

Vivere nella fede è stabilire un rapporto con Dio. In un rapporto è giusto tener conto delle esigenze non solo di una, ma di tutte e due le parti. Se voglio incontrare Dio è giusto che io tenga conto di dove egli preferisca fissare l’appuntamento. Se voglio ricevere il perdono di Dio è giusto che io tenga conto di come egli desidera che io chieda e ottenga il perdono.
È poi così strano che Dio voglia legare in modo indissolubile il rapporto con lui al rapporto con gli altri? È così strano che volendo essere nostro Padre ci voglia insegnare che l’incontro con lui deve essere anche un incontro con gli altri, suoi figli e figlie, i fratelli?
E non c’è il pericolo che, vivendo da solo il mio rapporto con Dio, io mi costruisca un”dio” su mia misura, piuttosto che permettere a Dio di allargare il mio cuore a misura del suo cuore?

Io non ho tempo


«Per fare dello sport non ho che la domenica mattina … ». «Lavoriamo tutti e due. La domenica è il solo giorno in cui possiamo stare un po’ di più a letto… e poi ci sono tante cose da fare in casa…».
Vivere “bene”, star bene assieme in famiglia… sono cose importanti. Ma si può anche trovare (e più vicino del supermercato … ) una comunità che celebra insieme il sabato sera o la domenica, e a diverse ore. Per quello che considero necessario, per quello che mi piace… io sono sempre disposto a trovare il tempo. In realtà, questa mancanza di tempo non è forse il segno di una mancanza di convinzione?

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