2013 / Domenica 10 Novembre 2013

domenica 10 novembre 2013

Carissimi
    continuiamo la nostra riflessione sulla fede e sul nostro credere.

Non dobbiamo vergognarci di dire “credo”, “mi fido….”

perché tutta la nostra vita è piena di atti di fede.
 La fede è un atteggiamento costitutivo del genere umano. Non è possibile vivere fidandosi solo di sé stessi. Ogni giorno ci fidiamo di tanta gente; noi non la conosciamo, ma in qualche modo le affidiamo la nostra vita:


ci fidiamo dell’ingegnere che ha calcolato il cemento armato della soletta su cui poggia la nostra poltrona,
ci fidiamo dell’impresa di costruzioni che ha fatto i lavori,
ci fidiamo dell’operaio che ha montato correttamente i collegamenti elettrici della lampada che sta illuminando il nostro salotto,
ci fidiamo della cura che ci ha prescritto il dottore,
ci fidiamo dell’avvocato che patrocina la nostra causa,
ci fidiamo del fornaio che ci ha venduto il pane….

 Noi non siamo in grado di verificare come stiano effettivamente  le cose; e tuttavia affermiamo che stanno in un certo modo perché ci fidiamo di una persona che sa e che ci dice la verità
 La fede/fiducia crea relazione anche fra le persone e fra le società. L’amore, l’amicizia, il lavoro, la cooperazione necessitano di fiducia, ci si affida gli uni agli altri. Ciò che noi consideriamo la più forte esperienza positiva della vita umana, l’innamoramento, l’amore, il generare, vive di fiducia. lo ti amo e mi fido di quello che mi dici, non penso che tu voglia stare con me per i miei soldi o per la mia posizione sociale!
 La fede/fiducia è un atteggiamento essenziale al vivere umano, non possiamo farne a meno al costo di una profonda sofferenza e della distruzione della vita stessa… Se devo iniziare un lavoro mi informo sulla ditta che chiamo, chiedo referenze, valuto se è affidabile. Se la persona che amo mi chiede di fare una cosa, anche se non la capisco fino in fondo, e questa mi chiede fiducia, gliela do.
 Questo comportamento umano basato sulla fiducia ci aiuta a capire la parola cristiana: “Credo”. Quando noi diciamo “Credo in un solo Dio…”.noi diciamo che ci fidiamo di quel Dio che si è manifestato come salvatore e guida del suo popolo, come promotore di una storia di salvezza. Quando noi diciamo “credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio…” noi diciamo di credere in Gesù che è entrato da protagonista nella storia umana e che attraverso il suo messaggio, i suoi gesti, le sue scelte ha trasformato radicalmente la nostra vita.

Quand’è che posso dire consapevolmente “ci credo”?

Quando, dopo aver ascoltato la Sua Parola, la sua proposta di salvezza io Gli rispondo con la mia mente, con i miei sentimenti, con il mio comportamento, con la mia vita: quando lo metto a fondamento della mia vita, perché mi fido di Lui più di quanto mi fidi di me stesso e di ogni altra persona.

Come nasce la fede?

 Per alcuni nasce con lo stesso loro affiorare alla vita perché nascono in un ambiente dove la fede si vive con naturalezza.
Per altri la fede comincia a diventare consapevole con la partecipazione alla messa, con gli incontri di Catechismo, con le altre attività della parrocchia.
 Per una minoranza (fino ad ora) la fede nasce come una improvvisa illuminazione: cose che prima si erano ascoltate con indifferenza, a cui non si era dato importanza, ora cominciano a presentarsi come interessanti per dare un senso al nostro esistere.

Come cresce la fede?

 Lo scrittore inglese Graham Greene diceva che ”si diventa credenti come si diventa innamorati”. Un amore va coltivato altrimenti muore. La stessa cosa vale per la fede: essa cresce e si sviluppa solo se ci prendiamo cura di lei. Come? Attraverso il contatto con la sua Parola, attraverso la predicazione della Chiesa nella Messa Domenicale: Anche attraverso la parola fraterna di qualche cristiano che ci esorta, ci consola, ci ammonisce.

Cosa agevola il credere?

avere l’animo abitualmente orientato a scegliere il bene (anche quando costa) e a rifiutare il male( anche quando è comodo e vantaggioso);
ricercare con sincerità ciò che è retto anche contro i propri interessi terreni.


Perdere la fede

È possibile “perdere” la fede?

Ci sono eventi nella vita che ci possono mettere a dura prova: malattie, depressioni, lutti, disgrazie che ci fanno dubitare della bontà di Dio, della sua stessa esistenza. Dio esiste davvero? E si occupa di me? Perché non mi ha preservato dal dolore? Davanti a questi eventi, che Gesù stesso ha vissuto nella sua Passione, la nostra fede può cedere. 0 rinnovarsi. Molte persone affermano che, dopo avere attraversato momenti molto difficili, di avere perso una fede superficiale e di comodo, per scoprire una fede autentica e profonda. Il discepolo può perdere la fede, soccombendo alla prova o per propria negligenza, ma non può perdere Dio, che resta fedele. Dio è il fedele, è colui che mai abbandona l’umanità. Dio ha fiducia nell’uomo, più di quanta l’uomo stesso ne abbia nei propri confronti!
 Al discepolo è chiesto di vegliare su se stesso, di coltivare la propria fede con la preghiera e la meditazione, di orientare la propria vita e le proprie scelte alla luce del vangelo. Per farlo, chiediamo quotidianamente nella pre ghiera del Maestro di non soccombere alla tentazione. Al discepolo è chiesto di non disperarsi nelle prove della vita, nei lutti, nelle sofferenze, sapendo che Dio ha voluto, in Gesù, sperimentare la sofferenza e la morte, e dar boro un senso diverso, nuovo. Al discepolo non è evitato il dolore, ma gli è data l’opportunità di viverlo con un senso nuovo.

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