2013 / Domenica 27 Ottobre 2013

domenica 27 ottobre 2013

Carissimi

    c’è una parola tratta dalla prima lettera di S. Pietro apostolo che dice: «Avvicinandovi a lui, pietra viva, rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio, quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale, per un sacerdozio santo…» (1Pt 2, 4).
“Pietra viva” è uno dei tanti nomi che la Bibbia usa per parlare di Gesù Cristo. La pietra richiama la terra, la pesantezza, ciò che è inerte. Perciò dire “pietra viva” sembra una contraddizione, qualcosa di impossibile. Sarebbe come dire: ciò che è morto è vivo. La “pietra viva” è allora una metafora di Cristo che sottolinea l’aspetto sconcertante della sua Risurrezione. Dire che “il crocifisso è vivo” è così incredibile come dire che “una pietra vive”.
Infatti, la Prima lettera di Pietro fa seguire l’espressione “pietra viva” da un versetto che richiama la Risurrezione: “rifiutata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio” (1Pt 2,4). Con questa citazione del Salmo 117, Gesù stesso aveva annunciato la sua Passione e Risurrezione (Mt 21,42).
Inoltre in ebraico la parola “pietra” suona quasi come la parola “figlio”. Questa assonanza è spesso sfruttata dalla Bibbia per parlare dei “figli del casato” come “pietre della casa”. Gesù è quel Figlio vivente in cui tutti si riconosciamo figli (pietre) della casa del Padre.
Il testo di Pietro prosegue infatti utilizzando la stessa metafora per designare non più Gesù Cristo ma i destinatari della lettera: “quali pietre vive siete costruiti anche voi come edificio spirituale”. Per il testo sacro, ogni discepolo di Cristo è un figlio risorto e annuncia la Risurrezione. “Pietre vive” diventa allora un modo di riassumere l’annuncio del Vangelo: sei una pietra, pesante e sterile, ma in Cristo sei diventato vivo e hai scoperto di essere “figlio scelto e prezioso”. Questo modo di riassumere l’annuncio si addice specialmente al contesto materiale della metafora: le pietre e gli edifici della nostra Tradizione religiosa. Non è un caso allora se noi siamo “Pietre vive” chiamati qui, insieme, per fare comunione e per annunciare il Vangelo come vuole il Signore. Diamoci da fare, quindi!


Ottobre missionario 2013

Il tema della Giornata Missionaria Mondiale 2013  “Sulle strade del mondo” evoca il cammino che siamo chiamati a compiere alla sequela di Gesù.
Facciamo nostro l’invito di Papa Francesco: “La Chiesa è chiamata a uscire da se stessa e dirigersi verso le periferie, non solo quelle geografiche ma anche quelle esistenziali”.
E ancora: “Uscire da se stessi, da un modo di vivere la fede stanco e abitudinario, dalla tentazione di chiudersi nei propri schemi che finiscono per chiudere l’orizzonte dell’azione creativa di Dio”.
Usciamo quindi dalle nostre case, dalle nostre chiese, per andare sulle strade del mondo, fatte di incontri e anche di scontri, di ricchezze e di povertà, di soste e di ripartenze, di incidenti e di strade in salita: Gesù navigatore della vita, ci darà le giuste indicazioni.
Ringraziamento
“Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, perché sei stato la mia salvezza””
(Sal 117, 21)


La gratitudine per il cristiano viene prima. Prima di iniziare una giornata,  prima di incontrare una persona,  prima di intraprendere un’iniziativa,  prima di partire per una missione.  La gratitudine non è solo il grazie detto alla fine,  quando si sono valutati i risultati, messe in conto le perdite, tirate le somme dei nostri bilanci… perché il dono di Dio ci precede,  Sempre.  Ed è GRAZIE A DIO  che noi possiamo vivere un nuovo giorno,  incontrare gli altri,  progettare e lavorare per il bene di tutti e nostro. Ogni giorno poniamo attenzione a ciò che di positivo è accaduto, vicino a noi (in famiglia, a scuola, al lavoro, tra i conoscenti) e lontano da noi (in Italia e nel mondo). Scopriremo che ci sono tante situazioni positive a cui non viene dato molto peso ma che sono il segno che Dio continua ad essere presente in mezzo agli uomini: tutti i missionari ne sono un esempio.

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